marți, 28 aprilie 2009

Mihail Eminescu

Si chiamava in realtà Mihail Eminovici. Nato a Botomani il 15 gennaio 1850, fece un irregolare periodo di studi, che interruppe più volte per seguire compagnie teatrali. Assunse vari e mal compensati incarichi di insegnante, bibliotecario, redattore di giornali. Ricoverato in una clinica psichiatrica a Bucarest, vi morì nel 1889 (il 15 giugno) ucciso da un compagno.

Le sue poesie rimasero in gran parte inedite fino al 1939. Un certo numero fu pubblicato quando era ancora vivo sulla rivista «Convorbiri literare»: tra esse: Venere e Madonna (1870), L'astro e Doina (1883), Venezia (1885). Le sue composizioni più importanti sono legate alle concezioni che contrappongono bene e male: Angelo e demone (1870), Vita (1879), Glossa (1883), Lucifero (1883). E alle posizioni politiche progressiste assunte da Eminescu: L'imperatore e il proletariato (1874).

Tra le opere in prosa sono da ricordare i racconti fantastici: Il principe azzurro della lacrima (1870), e Il povero Dionigi (1872). E il romanzo Genio solitario, opera giovanile pubblicata postuma nel 1904.

Al centro dell'opera di Eminescu, formatosi sui pensatori tedeschi, e soprattutto su Schopenhauer, è il contrasto tra una concezione pessimistica della vita, sentita come inutile lotta contro l'immutabilità dell'eterno, e una fede appassionata nel popolo, nelle sue origini e nelle sue tradizioni. Questo contrasto risulta attenuato se non superato di fatto, nella sua poesia maggiore: qui Eminescu rielaborò temi e forme della letteratura popolare, per primo utilizzando i dialetti romeni e elevandoli a dignità di lingua d'arte. E’ considerato il maggiore rappresentante del romanticismo romeno.